Cartiere Burgo, ville per i dipendenti
Studio Nervi & Bartoli, Mantova
Ville per i dipendenti, 1961-1962
In concomitanza con il progetto per la Cartiera Burgo, Pier Luigi Nervi, tra il 1961 e il 1962, redige una serie di disegni raffiguranti alcuni villini pensati per ospitare i dipendenti e il direttore dello stabilimento. Situati a nord-est della Cartiera e disposti su due file, come a formare un quartiere residenziale dotato di spazi verdi e di percorsi interni, le sei abitazioni mono piano non vennero mai effettivamente realizzate dall’ingegnere.
Nel 1961 Nervi realizza una prima versione della villa per il direttore in cui gli ambienti del piano rialzato si sviluppano attorno a un patio, tramite una netta divisione tra zona giorno e zona notte. L’intera abitazione poggia su una sottile piattaforma quadrata, che solleva leggermente l’edificio da terra, e che si contrappone all’imponente copertura piana aggettante. Come si evince da alcune prospettive realizzate dallo Studio Nervi, peculiarità della villa del direttore è il rapporto che si instaura tra interno ed esterno, rafforzato non solo dal percorso di ingresso, ma anche dall’ampia superficie vetrata che immette, inizialmente, nella hall e, successivamente, nel patio. Ugualmente, nel villino tipo per i dipendenti si ritrova l’elemento del patio, che questa volta non si colloca al centro, ma si sdoppia sul davanti e sul retro dell’abitazione, generando quindi uno sviluppo più longitudinale degli ambienti e discostandosi dall’impianto quadrato della villa del direttore.

Un anno più tardi, i disegni di progetto della villa del direttore riportano una distribuzione che la accomuna quasi del tutto ai cinque villini per i dipendenti, fatta eccezione per la metratura più ampia data da un numero maggiore di stanze e per la quantità di spazio verde circostante l’abitazione. Entrambe le tipologie di villini presentano una struttura in mattoni rivestita in clinker con alcune ridotte porzioni della facciata decorate con maioliche; l’accesso, connotato da una scala in marmo, è rialzato di circa 90 centimetri dal piano strada ed è segnalato da una fascia marcapiano in pietra locale grigia. Nella versione del 1962 della villa del direttore, seguendo lo stesso procedimento per i villini dei dipendenti, Nervi rimuove il patio interno e propone una distribuzione classica in cui zona giorno, zona notte e ambienti di servizio sono ben distinti non solo dalla loro collocazione, ma anche dall’adozione dei diversi materiali di rivestimento.
La mancanza di documentazione su tale progetto lascia irrisolta la questione relativa all’effettivo legame che dovrebbe stabilirsi tra stabilimento e abitazione, tra lavoro e casa. I villini di Nervi sono concepiti come strutture del tutto indipendenti rispetto alla grande macchina della Cartiera; la loro collocazione all’interno dell’area industriale relega le abitazioni in un limitato lotto a nord dello stabilimento e le scelte architettoniche e compositive adottate non rendono immediato il dialogo con l’edificio principale.
