La vicenda imprenditoriale

L’avvio dell’attività professionale di Pier Luigi Nervi quasi senza soluzione di continuità segue fisicamente, temporalmente e concettualmente la sua formazione universitaria presso la Regia Scuola di applicazione per ingegneri e architetti dell’Università di Bologna. Egli infatti consegue la laurea in ingegneria civile il 28 luglio 1913 e subito dopo inizia a lavorare presso lo studio bolognese del suo professore Attilio Muggia. Questi univa una straordinaria conoscenza dell’architettura a una vasta esperienza professionale e nel corso degli studi fornisce a Nervi le basi essenziali per giungere a una perfetta sintesi tra il progetto e la sua realizzazione attraverso la completa padronanza delle tecniche costruttive. Una volta concluso il percorso universitario, Muggia coinvolge il promettente allievo nella propria attività professionale fortemente incentrata sull’uso di un materiale innovativo quale era, allora, il cemento armato. Sin dal 1895 infatti Attilio Muggia aveva acquistato per l’Italia il brevetto del cemento armato messo a punto da François Hennebique in Francia e aveva creato la SACC, Società anonima per costruzioni cementizie, nel cui alveo prende avvio la carriera di Pier Luigi Nervi.
Dopo circa un decennio, che vede il giovane ingegnere e la sua attività coinvolti anche dalle vicende belliche del primo conflitto mondiale, Pier Luigi Nervi lascia la SACC, accettando la proposta d’associazione dell’imprenditore romano Rodolfo Nebbiosi: il 1 giugno 1923 viene fondata la Società Ingg. Nervi e Nebbiosi.
Gli anni di associazione con Nebbiosi sono fruttuosi: appena trentenne Nervi si trasferisce a Roma da Firenze, dove nel frattempo si era trasferito per lavorare nella sede locale della SACC, e inizia a realizzare impegnativi progetti per opere pubbliche di varia natura – cinema-teatri, aviorimesse, stabilimenti industriali – che gli permettono di esplorare le capacità strutturali ed estetiche del cemento armato. Ma è soprattutto il progetto per lo Stadio Giovanni Berta di Firenze del 1930-1933 a segnare una svolta nella sua carriera, nonché nel suo percorso progettuale. Infatti, se nella maggior parte dei progetti realizzati dalla Società Nervi e Nebbiosi la componente strutturale non è ancora protagonista assoluta e manifesta della facies esteriore delle opere, con la realizzazione dello Stadio Berta si assiste ad un cambio di approccio o meglio ad una maturazione – dei tempi oltre che del personale percorso nerviano – che consente un uso finalmente sincero del cemento armato, rivelandone apertamente le potenzialità estetiche oltre che strutturali, senza compromessi con altri materiali più tradizionali o rivestimenti e apparati decorativi che ne celino la vera natura.
Ovviamente questo approccio si inserisce in un fenomeno in rapida e ampia diffusione già radicato in tutta Europa, partito dalle grandi infrastrutture e opere d’ingegneria, passato attraverso l’attività pioneristica di Auguste Perret o di Le Corbusier e giunto ormai, negli anni Trenta, a porsi come vero e proprio lessico dell’architettura moderna.
Quando nel 1932 le autorità municipali di Firenze decidono di affidare alla Società Nervi e Nebbiosi il progetto del nuovo stadio e delle tribune coperte, Nervi ha modo di dimostrare con soluzioni tanto audaci nelle forme quanto rigorose nel calcolo strutturale il suo peculiarissimo genio di ingegnere, in cui la razionalità è mossa da un’intuizione illuminata. Lo stadio e la tribuna coperta del Berta rivelano Nervi alla critica italiana e estera e sanciscono il suo passaggio dall’universo circoscritto dei tecnici a quello dell’architettura.
Compaiono dunque già in questa fase tutte e tre le connotazioni che fanno di Pier Luigi Nervi una figura unica nel panorama della storia dell’architettura del Novecento e da cui deriva il suo successo professionale: egli è al tempo stesso ingegnere, architetto, imprenditore. Le potenzialità di questa figura così articolata si esprimeranno sempre più evidentemente nel corso della sua successiva carriera.
Questo radicale cambiamento nell’approccio progettuale coincide anche con nuove esigenze imprenditoriali che portano Nervi, proprio durante il cantiere dello stadio di Firenze, a interrompere la collaborazione con Nebbiosi per associarsi con il cugino Giovanni Bartoli, anch’egli ingegnere. Nel 1932 viene creata la Società Ingg. Nervi & Bartoli, con sede nell’edificio sul lungotevere Arnaldo da Brescia a Roma, realizzato da Nervi nel 1928 su progetto dell’architetto Giuseppe Capponi.
Dal punto di vista della struttura gestionale, la Nervi & Bartoli è un esempio di “capitalismo familiare”. L’autorità del titolare è indiscussa, anche se la proprietà è condivisa con Bartoli. A partire da questo momento prende definitivamente quota una delle esperienze imprenditoriali di massima eccellenza, sul piano anche internazionale, dell’Italia del secolo scorso. La chiave del successo sta non solo nella genialità dell’ingegnere ormai comprovata e universalmente riconosciuta, ma anche in un’efficacissima organizzazione del lavoro fondata sull’intima fusione tra organismo di progettazione, lo Studio Nervi, e organismo di costruzione, la Nervi & Bartoli, grazie a cui è possibile la realizzazione di nuovi sistemi costruttivi economicamente più convenienti, messi a punto e regolarmente brevettati da Nervi nel corso della sua carriera.
Come si legge nella pubblicazione che raccoglie i primi trent’anni di attività dell’impresa: “La Nervi & Bartoli è stato lo strumento per mezzo del quale ha potuto realizzare opere che possono essere considerate all’avanguardia di questo moderno sistema costruttivo. Un elemento determinante che ha portato la S.p.A. Ingg. Nervi & Bartoli ad essere una tra le imprese italiane maggiormente attrezzate nella realizzazione di opere in cemento armato, è l’organizzazione tecnica di cui dispone. L’Impresa infatti si avvale della collaborazione dello STUDIO NERVI per l’impostazione architettonica e tecnica delle proprie realizzazioni; dispone inoltre di un proprio ufficio tecnico altamente specializzato nella progettazione esecutiva e nel calcolo delle medesime”.
Grazie a questa organizzazione del lavoro la Nervi & Bartoli S.p.A. riesce ad attuare una strategia di mercato vincente, basata sull’offerta di un prodotto che combina qualità ed economia, grazie ad un sistema di gestione dell’intera filiera produttiva che non ha eguali nel panorama delle imprese di costruzioni italiane. Nell’attività progettuale dello Studio Nervi a partire dagli anni Cinquanta sono coinvolti anche tre dei quattro figli di Nervi, Antonio, Mario e Vittorio, oltre a numerosissimi, anche autorevoli, collaboratori. Ma la sostanziale concentrazione di poteri nelle mani del titolare e fondatore dell’impresa e dello studio professionale che rappresenta indiscutibilmente un fattore di forza finché Nervi è nel pieno della sua attività lavorativa, si traduce in evidente debolezza quando la figura di riferimento viene a mancare. Pochi mesi dopo la morte di Pier Luigi Nervi nel gennaio del 1979, scompare prematuramente anche il figlio Antonio, il suo collaboratore più prossimo, e questa vicenda imprenditoriale e architettonica che nell’arco di oltre mezzo secolo trova espressione concreta con realizzazioni nei cinque continenti, bruscamente si chiude.
